VFdL, Tappa 4, 18 ottobre 2020, da Castiglione Olona a Castellanza, 21.2 km, 6:41 hrs


Decidiamo di partire alle 8, un po’ perche’ nell’Ostello non c’è la possibilità di fare una vera e propria colazione, e un po’ perché Luciano ci tiene a vedere la partita del Cagliari (di cui è tifoso) contro il Torino alle 15. La speranza è stata di girare l’angolo e trovare un bel bar con ogni ben di dio. Speranza disillusa quasi immediatamente, visto che il sentiero si inoltra quasi subito lungo il fiume Olona, senza traccia di presenze umane dietro a qualsivoglia bancone di negozio.

Seguiamo il tracciato della antica ferrovia della Valmorea, costruita nel 1904 per collegare Castellanza con Mendrisio in Svizzera con un progetto internazionale sia per il trasporto merci che di passeggeri. Varie vicissitudini quali il blocco delle frontiere nel 1930, hanno parzializzato il tracciato terminandone la tratta alla stazione di Malnate. Nel 1977 venne totalmente dismessa, ma alcune tratte vennero limitatamente riattivate da Malnate fino a Mendrisio per operare saltuariamente rievocazioni turistiche dei viaggi di una volta con motrici a vapore. Recentemente la tratta Stabio – Mendrisio è stata rilevata dalle FFSS, con raddoppio dei binari per il collegamento con Varese e l’Aeroporto della Malpensa. La tratta invece che abbiamo percorso oggi è praticamente interrata e trasformata in una pista ciclopedonale ma senza rimuovere i binari che affiorano in vari punti.

Per tutta la tratta non ci sono punti di ristoro malgrado le frotte di joggers e di biciclettari domenicali che affollano il sentiero. Non avevo previsto la popolarità di questo tratto di strada, altrimenti avrei evitato fermamente di percorrerlo di domenica. Praticamente digiuni, tiriamo fuori le scorte di barrette energetiche, grana e cioccolato e andiamo avanti lungo la ciclabile passando sotto ponti maestosi ed incombenti. Tutti i centri abitati sono in alto sopra i ripidi argini del fiume.

Luciano mi racconta le sue esperienze come amministratore di un piccolo comune confinante col mio, di tutti i lacci e lacciuoli che bloccano qualunque iniziativa di intervento radicale nei confronti del vandalismo, delle discariche selvagge, dei ragazzi quindicenni ubriachi che insozzano di notte i parchi pubblici distruggendo le attrezzature, e delle loro famiglie che negano la responsabilità di educarli. Ma Luciano é tenace e non demorde.

Viene spontaneo il confronto con i piccoli borghi incontrati in centro Italia lungo altri Cammini. La dove si respira la voglia di risorgere puntando sul turismo anche povero, quello pellegrino, con progetti, iniziative e piccoli investimenti nell’accoglienza e nella ristorazione, qui troviamo paesi abituati alla ricchezza derivante dai grandi investimenti industriali e tecnologici, e quindi molto poveri di attrazioni turistiche, ora si trovano in difficoltà a trovare una nuova sorgente di reddito e quindi danno un’immagine di tristezza, e di rassegnazione. Per chilometri le rive dell’Olona sono costellate di resti post industriali di fabbriche in disuso e abbandonate, spesso diroccate e contribuendo decisamente a testimoniare un passato recente di lavoro e ricchezza ma irrimediabilmente perso. Certo uno spettacolo poco edificante.

Finalmente arriviamo a Castellanza, dove ritroviamo qualche trattoria aperta e decidiamo di farci due fili di pasta. Al ristorante Gardenia, la signora Maria Rosa ci convince ad assaggiare le sue pappardelle con i porcini, purtroppo solamente passabili. In compenso ci offre alcuni cioccolatini insieme ad un liquorino di erbe, e possiamo quindi affrontare la poca strada che rimane fino al semplice Albergo Roma a Legnano dove passeremo la notte e Luciano potersi finalmente vedere la partita. Colgo l’occasione della partita in TV per la quale non sento alcun trasporto, per andare da un lavasecco a gettoni nei dintorni, e ripulire tutto il guardaroba nello zaino.

Domani arriveremo sulle rive del Ticino a Castelletto di Cuggiono, e da lì andremmo dritti dritti lungo i navigli fino all’Abbazia di Morimondo e a Pavia.

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