Deserto del Negev: un’indovina mi disse


L’amico Roberto mi ha dato ieri una bella botta: anche se la nefasta predizione da parte dell’indovina Antonietta di un’oscura fine nel deserto del Negev fosse revocata, ebbene anche in questo caso lui si ritirerebbe dall’impresa. Per chi non lo sapesse, l’impresa avrebbe dovuto consistere nella traversata del Negev da Eilat sul Mar Rosso a Arad, ai confini del deserto di Giudea, 400 km più a nord, naturalmente a piedi. Era tutto combinato, ero riuscito a trovare una guida che per un prezzo onesto ci avrebbe trasportato il bagaglio (tende, viveri, acqua, insomma la solita roba) al termine di ciascuna delle 20 tappe di quell’aspro tragitto.

Il cammino era programmato per marzo di quest’anno. Sia io che Roberto eravamo animati dal sacro furore dell’avventura, manco il Negev fosse stato la Dancalia da cui per cinquant’anni mai nessun esploratore tornò indietro. Senonché lo scorso ottobre mia moglie Carla, durante una visita a Pescara, ebbe la pessima idea di accompagnare sua sorella da Antonietta. Costei è un’anziana che predice il futuro leggendo le carte. Immagino già l’incredulita’ di coloro che stanno leggendo queste righe. Ebbene, provate a perdere il vostro gatto più amato, oppure a dimenticare dove avete nascosto quei 5.000 euro che servivano per la vacanza in Thailandia con la vostra dolce metà. Con poca spesa e in brevissimo tempo Antonietta risolverà il vostro problema. E’ naturale quindi che mia cognata, che vive a Pescara, consulti Antonietta da molti anni per qualsiasi problema di famiglia.

Così è stato che Carla abbia accompagnato la sorella da Antonietta e, giacché c’era, le abbia chiesto rassicurazioni circa la nostra progettata traversata del Negev. Antonietta diede le carte e trascoloro’. Non è possibile, disse. Rifece nuovamente le carte e la faccia le divenne terrea. Signo’ disse, vostro marito non deve partire. Perché? Morte certa, fu la lapidaria risposta. E l’amico che lo accompagna? Signo’ pure lui. Questi non devono partire nisciuno dei due.

Fu così che il nostro progetto naufrago’ miseramente. Anche Roberto accettò il fatto che con Antonietta c’era poco da scherzare. Quello che è poi accaduto nel marzo di quest’anno lo sapete bene. Il mondo intero travolto dal COVID-19. Cosa sarebbe avvenuto se l’epidemia ci avesse colti nel mezzo del deserto? Nessuno può dirlo. Quello che è certo è che io mi sono rifugiato a Bonassola in cima al monte della Caminà e Roberto nella sua villa a Besozzo. Felicemente isolati dal mondo per oltre 3 mesi. Vivi e vegeti.

Parendomi dunque che l’aver trovato una causa precisa della fosca predizione di Antonietta mi esonerasse finalmente dall’ubbidienza alla sua prescrizione, ho annunciato a Roberto la mia intenzione di riprendere in mano il progetto Negev. Non se ne parla, ha risposto lui, il progetto è ormai decaduto. E perché? Perché non mi fido della soluzione che hai trovato. Dunque, qualcuno che manco conosco lascia per noi in mezzo al deserto tende, viveri e quant’altro. Ci pensi se questa roba, tecnicamente abbandonata, viene rubata da qualcun altro? Noi che facciamo, cosa mangiamo, dove dormiamo?

Cari amici, tra cui molti che so essere figli di Israele, aiutatemi voi a convincere Roberto. È mai possibile, vi chiedo, che un buon ebreo timorato di Dio, o magari un Beduino, vada rubando nelle sconfinate distese del Negev provviste destinate alla sopravvivenza di camminatori come noi? È mai possibile?

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Twitter picture

You are commenting using your Twitter account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s