Tappa meravigliosa! A pari merito con la prima, da Lavena a Ganna, e benchè decisamente più lunghetta, vale assolutamente il viaggio. Il naviglio ed il paesaggio che attraversa, rievocano le gesta di epiche battaglie tra i Visconti ed i Torriani per il dominio di queste terre irrigue da una rete di canali e chiuse che convogliano sapientemente l’acqua nei vari appezzamenti agricoli. Ancora oggi molti di questi sistemi sono in uso, e le rispettive saracinesche portano stampigliati i nomi delle cascine cui l’acqua è destinata.
Il naviglio è stato anche e soprattutto una via di comunicazione tra il Ticino ed il lago Maggiore con Milano per persone e merci. Le innumerevoli chiuse e le “conche”, cioè aree di svincolo per le varie chiatte in attesa di passare, lo testimoniano a tutt’oggi. A volte sembra anche di vedere Leonardo da Vinci aggirarsi pensoso in questi luoghi che videro realizzate molte delle sue ingegnose ìnvenzioni idrauliche.
Siamo partiti sotto l’auspicio di una giornata nuvolosa secondo le previsioni e invece l’alba si è aperta offrendoci una tavolozza di molte varietà di rosa.
Abbiamo perlustrato un po’ la splendida ristrutturazione del convento, scoprendo una camera interamente affrescata e lasciata quasi intatta da cui i monaci infermi potevano assistere alla messa tramite una finestrina aperta sulla chiesa sottostante. Il buon Franco intanto ci aveva approntato una robusta colazione, e alle 8:30 ci siamo incamminati lungo l’alzaia del Naviglio Grande che ci accompagnerà per circa 16 km fino ad Abbiategrasso.
L’aria frizzante della mattina condensa la superficie del naviglio con una leggera nebbiolina, creando un’atmosfera irreale quasi mistica. Ci carichiamo di entusiasmo e buone aspettative per la giornata, dopo la delusione di quella di ieri.
Da Robecco a Cassinetta di Lugagnano é tutto un susseguirsi di belle ville e dimore storiche, inframmezzate da cascinali stupendamente ristrutturati.
Ad Abbiategrasso ci beviamo una buona birra ambrata e finiamo le nostre scorte di frutta in un bar vicino all’ingresso della ex-Mivar, storica fabbrica di televisori, che è stato il mio primo cliente di giovane venditore Texas Instruments nel giugno 1978.

Ci incamminiamo lungo il naviglio di Bereguardo lungo un alzaia dritta dritta, interrotta qua e là da chiuse che probabilmente derivate direttamente da progetti leonardeschi.
Arriviamo a Morimondo nel primo pomeriggio un po’ provati e non riuscendo ad individuare subito l’ingresso della Foresteria dell’Abbazia dobbiamo telefonare perchè ci vengano a prendere. Alla fine scopriamo che la Foresteria è ospitata all’interno del Municipio che a sua volta usa i locali dell’ex-convento ristrutturato. Saliamo varie rampe di scale con viste su chiostri che circondano giardini interni molto ben curati, e con statue di Madonne e di Santi sparse per i corridoi. Alla fine riusciamo a farci una doccia rigenerante e a prenotare la cena alla Trattoria La Grancia all’interno di uno dei vari cortili del complesso monastico cistercense: risotto ai funghi porcini e luganega in umido con cavolo nero.
Domani la tappa finale con arrivo a Pavia, nostra destinazione finale. Sarà un’altra giornata impegnativa, ma sto bene e sono sicuro che ce la farò alla grande. Buena Noche.